turisti a dublino

Turisti a Dublino – Day 2

Turisti a Dublino come se ci fosse un domani

 

Lunedì 28/10/2013 – Dublino

Non c’è niente di meglio che iniziare la giornata di prima mattina, freschi, rafforzati nell’animo e nelle intenzioni per visitare una delle capitali più belle d’Europa. O meglio, non ci sarebbe di meglio se e solo se, ce ne fregasse qualcosa di fare i turisti a Dublino. È vero, non è elegante fare i menefreghisti, non è assolutamente elegante e qualcuno potrebbe pensare che sia pure di cattivo gusto. In effetti ci ho pensato su, ci abbiamo pensato su e abbiamo deciso di fare i turisti a Dublino (che ho sempre il terrore di scambiarla con Berlino e non chiedete perché, grazie). Ci alziamo ad un orario vergognoso, oltre ogni orario di pranzo concepito nel mondo e scendiamo per strada, come vomitati da una madre stufa e stizzita.

avalon hotel dublino Diamo un rapido sguardo al nostro ostello/hotel (ancora facciamo difficoltà a coglierne l’essenza), ci sentiamo catapultati dentro una serie televisiva americana, molto vintage, molto calda, molto fatta da mattoncini e decido che questa tenera sensazione plasmerà il filtro di Lightroom che userò su tutte le foto scattate con la reflex. Prometto a Marco di portarlo presso il più famoso Fish & Chips di Dublino, il Leo Burdock’s, faccio mente locale e mi pare di ricordare che fosse effettivamente il più buono di tutta Dublino perché, quando venni a Dublino 3 anni fa, con annessa (ex)fidanzata, facevo molto caso a tutte quelle cose che trovi dentro le Lonely Planet e affini. Non saprò mai se effettivamente il pesciaccio fritto di Leo sia effettivamente il più buono di tutta Dublino, però ci devo credere e o devo fare con tutto me stesso, perché viviamo di queste piccole certezze da rivendere a parenti ed amici che a loro volta le utilizzano per fondare le loro, di certezze. Una continua diarrea da gatti, continua, infinita, convenzionalmente utile. Poche storie, è un Fish & Chips, andiamo, paghiamo (24€ 2 salmoni con patate, salsa all’aglio, aceto e 2 lattine) e cerchiamo rifugio presso la Church od Christ poco vicino. L’amorevole religiosità dei tizi che gestiscono il pratino della struttura beata ci rigetta verso uno strano e moderno edificio, apparentemente protetto, si rivela essere completamente esposto alle gelide lame ghiacciate del vento di Dublino, ingurgitiamo il nostro malloppo fritto e ci facciamo riscaldare dall’amore dell’unico piccione individuato a Dublino. A proposito, non ci sono gatti! Non esistono i gatti a Dublino! Chi, per favore, avesse individuato o fotografato un gatto randagi a Dublino è pregato di spedire il tutto a noncicredo@lotrek.it allegando l’IBAN per un versamento istantaneo.

fish and chips dublino

Dublino-2013-6Il sole ci illude, il vento ci distrae, Dublino ci piace perché è una città come ti aspetti, Dublino è perfetta per essere Dublino, non potrebbe essere nessun’altra città, assolutamente. Mi diverto ad osservare Marco alla sua prima vera esperienza all’estero e rivedo in lui, con tenero sguardo materno, il ragazzino che ero quando iniziavo a prendere i miei primi aerei, con molti meno peli però. Carichi di fritto, mi prendo qualche minuto per tenere a bada, con una sigaretta, il burrito da incubo della sera precedete che vede di cattivo gusto l’arrivo del salmone impastellato. Faccio un rapido viaggio nel tempo, per tornare a quando ero un esperto della guida Lonely Planet di Dublino e proietto me e Marco attraverso le principali attrazioni della città, il risultato è la scontatissima Guinness Storehouse che mi era mancata nella prima visita dublinese (avevo optato per il whisky)

Dopo un paio di chilometri arriviamo nel quartiere della Guinnes, non prima però di lasciarsi tentare da un cortile depresso di una sorta di scuola materna depressa. Marco si fionda subito sullo scivolo e ci accorgiamo solo dopo qualche istante che un bambino inizia a scacciarci con dei sassi.

Dublino-2013-9Ci allontaniamo con la faccia di chi ha appena pisciato in un’aiuola di una villetta rispettabilissima e ci dirigiamo verso il lager della Guinness. Mentre ci avviciniamo notiamo il filo spinato, altro filo spinato, mura nere, filo spinato, bocchettoni che vomitano vapore e tutto ciò che si può paragonare a cose tristi e oscure. Dublino è anche questo, soprattutto questo.

guinness dublinoInizia quindi la nostra avventura nel tempio della birra scura dublinese, con un dazio di soli 16€ a cranio entriamo nel nostro personale inferno dantesco proiettto verso l’alto, ogni girone ospita una sua differente tragedia riepilogabile in questo breve schemino:

  1. Il Girone del Commercio (qui puoi solo comprare roba marchiata Guinness e latine di Coca-Cola
  2. Il Girone degli ingredienti della Guinness, si caratterizza per una simpatica fontana gelida in cui, persone intelligentissime, continuano a gettarvici monete, sperando di incontrare gli improbabili favori di una qualche divinità pagana del luppolo
  3. Girone generico pieno di video e di costrutti fasulli che cercano di spiegare come viene creata la Guinness
  4. Uno dei nostri preferiti, il Girone del Marketing. Di questo girone ricordiamo solo dei quadri parlanti che non fanno altro che ripetere una cosa: “La Guinness è una birra equilibrata e fortemente armonica da assaporare in tutte le nazioni del mondo, adatta a tutte le culture, si contraddistingue per il suo essere fortemente armonica ed equilibrata”
  5. Il Girone dei golosi e dell’Arpa magica da suonare senza toccarla (c’è una specie di laser con cui interagire ma non capiamo la connessione tra Arpa e Birra). Inoltre, ci gettano in una stanza ripresa dalla Fabbrica di Cioccolato, tutta bianca, incredibilmente bianca e piena di vapori che odorano vagamente di orzo tostato. Ci offrono uno shot di birra e brindiamo al Dio pagano della birrosità, con molto entusiamo, molto.
  6. il Girone del cesso.
  7. Il Girone di Icaro. Siamo al Gravity Bar, ci scoliamo la nostra agognata pinta di Guinness all’ultimo piano dell’inferno e ci gustiamo un discreto panorama dall’alto del nostro gelido inferno.

Un po’ di foto in gruppo per rendere meglio l’idea:

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Dublino-2013-10

Dublino-2013-12Usciti dal costoso inferno decidiamo di passare qualche ora girovagando per Grafton Street, facendo finta di essere interessati a qualche acquisto di classe. Passiamo così quelle ore che ci dividono dalla ricerca della Cena. Quando si viaggia, il pranzo e la cena vengono vissuti come momenti di desiderabile sicurezza. Sono quelle situazioni che aspetti con un minimo di ansia perché in grado di scandire la giornata e di fornirti quella giusta dose di soddisfazione da turista (ho camminato molto, ho fatto quello che dovevo fare, me la sto godendo) che ti fa stare un po’ meglio con te stesso. Decidiamo di risparmiare ed entriamo in un supermercato. Non sto a raccontare gli attimi di panico che hanno caratterizzato i nostri acquisti. Mi limito soltanto a mostrarvi una foto del bottino che abbiamo ingurgitato con immenso ripugno nella cucina dell’ostello: Rum, Oreo, Tris di Humus di ceci, salmone affumicato, prosciutto nero, salame milanese, pane (senza glutine, non l’abbiamo fatto apposta) alla castagna, macedonia acida, il tutto servito su un servizio di piatti impeccabile. Da gran signori, e da gran signori ce ne andiamo a dormire, rimandando all’indomani l’uscita mondana.

cibo marcio dublino

Hasta la proxima.

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