Dublino – Diario di Viaggio in Irlanda – Day 1

Un Diario di Viaggio in Irlanda in occasione del Web Summit 2013 di Dublino

 

Domenica 27/10/2013 – Pisa/Dublino

Sulla partecipazione della mia Web Agency, Lotrek, al WebSummit 2013 di Dublino, ne ho già discusso in questo articolo che vi invito a leggere, nel caso vi piacciano gli inviti. Quindi cosa dovreste aspettarvi dai miei racconti di viaggio? Molto semplice, un normalissimo diario di viaggio in Irlanda che diventerà improvvisamente palloso nei due giorni di Web Summit (30/31 Ottobre). Spero comunque di riuscire a scrivere cosette decenti nonostante a molti di voi, del Web Summit 2013 di Dublino, non gliene potrebbe fregare di meno…

Gli ingredienti sono i soliti del Diario di Viaggio in Scozia. Quindi: scrittura in tempo reale, molti errori grammaticali (dettati dal fatto che scrivo e pubblico perché non ho tempo di revisionare, non perché sono un cialtrone eh, no… già), le fotografie scattate col mio fedele Fisheye e postprodotte col mio fedelissimo Lightroom istallato sull’ancora più fedele Samsung L9 (un ultrabook carino e leggero con una decina d’ore di batteria). A differenza dell’ultima esperienza però, non viaggerò da solo ma mi poterò dietro Marchino, il capo programmatore di Lotrek che ha come caratteristica quella di non aver mai messo piede fuori dall’Italia (ad eccezione di Lloret del Mar ma potete convenire con me sul fatto che non conti assolutamente). Ovviamente i viaggi non possono partire senza la compagnia di bandiera per eccellenza, quella che sfrutta l’aggressività del marketing fino a farlo diventare un mostro spietato, quella compagnia che riempirebbe di banner anche il confessionale della parrocchietta del paesino… beh, ovviamente parlo di Ryanair.

diario di viaggio dublinoPigiati come sardine e accaldati come sardine in un aereo Ryanair decolliamo alla volta dell’Irlanda, paese della Guinnes, della Torba, del Calcio Gaelico e di un sacco di altre cose che non conosco. Dopo poco più di un’oretta e mezzo arriviamo a Dublino, sono a malapena le 6.30 e l’Iralanda ci accoglie col suo inconfondibile sole di tardo pomeriggio

irlanda dublino 2013Come spesso succede in questi casi, il primo obiettivo è quello di raggiungere l’Hotel per ricrearsi, nel più breve tempo possibile, una base calda e accogliente in cui rifugiarsi dai dubbi del viaggio. Scendiamo ad Edward Street, a pochi passi dalla Main Hall di Dublino e Temple Bar, attraversiamo di fretta Grafton Street (avrò modo di fare da guida turistica per Marco) e a pochi passi dall’Avalon Hostel (il nostro obiettivo) succede questo:

Bambino biondo occhialuto da un volantino a Marco.

M: No, no.

Bambino biondo occhialuto: Yes!

M: ok.

L’unico modo che ho per farvi capire la cattiveria di questo bambino sarebbe quello di aver ripreso tutto. Non avendolo potuto fare immaginate una guarda SS, donna, con problemi di competizione con le altre guardie SS donne, che ha appena perso su un complimento e che trova un inerme larva curiosa e boccheggiante su cui liberare la propria frustrazione. Bene, Marco ha un volantino sulle feste domenicali della chiesa, e non ne va orgoglioso.

Entriamo all’Avalon, un Ostello abbastanza grosso e abbastanza vicino alla Dublino che conta (per noi). Marco si dimentica il codice con cui avrebbe dovuto pagare il soggiorno, dopo 5 minuti di inutile ravanare nel portafoglio esce un rimasuglio stropicciato, ovviamente quel rimasuglio ha il codice per pagare. Le gocce di sudore, estremamente fredde, cessano di inondare la camicia di un agitatissimo Marco e ci dirigiamo con le nostre belle tessere magnetiche, che non funzionano, nella camera che ci ospiterà per 6 giorni. Purtroppo scendiamo al piano terra per farci rendere tessere magnetiche funzionanti; una funziona, l’altra no. Ci accontentiamo ed entriamo.

Nonostante l’uso del Fisheye appare abbastanza evidente che ci hanno infilati in un buco, vuoi per le nostre esigenze economiche vuoi perché ci adattiamo come le blatte, ci installiamo nello stanzino e ci prepariamo ad uscire: destinazione Temple Bar, il quartiere della movida Dublinese (o comunque movida da turisti) con annessa cena. Sfrutto l’occasione per far vedere un pezzo di Dublino a Marco che non risponde ai miei atteggiamenti da guida turistica. Non risponde perché passa tutto il tempo della nostra camminata ad osservare, come solo un maniaco imbevuto di signorilità può fare, ragazzotte cicciottose in reggicalze e mantelline da super eroine. Ne è affascinato, io lievemente disgustato. Vediamo, infine, una tizia presumibilmente vestita da personaggio di Peter Pan, forse era quel personaggio che si è mangiato tutti i bimbi sperduti, Peter Pan, un centinaio di campanellini e ha dato un morso anche a Spugna, o forse no. Detto questo, arriviamo alla comune conclusione che Halloween viene celebrato anche prima di Halloween, se la godono così. La fame si fa comunque sentire ed il richiamo di un posticino messicano vince su tutte le altre proposte culinarie.

Il Pablo Picanté è modesto, economico e si fa portatore di una salsa, denominata “La pesadilla de Pablo” (L’incubo di Pablo). Non posso non provare questo strazio di piccantezza acuminata, al minuto 23 gorgheggio in maniera vergognosa verso la signorina alla cassa, implorando dell’acqua, piangendo, contorcendomi. Ottengo l’acqua desiderata che ovviamente non mi tranquillizza e capisco che rimarrò tutta la sera con lo stomaco in fiamme a cercar di spegnere l’inferno con la Guinnes. Marco in tutto questo se la ride con il suo Burrito vegetariano poco piccante.

Dopo cena, facciamo qualche passo, in cui io mi diverto a far finta di essere un Drago senza avere la particolarità di sputare fiamme ma solo di averle al proprio interno. Sto male, patisco molto, ma Dublino è anche questo. Scansiamo un paio di chiazze di vomito e ci fiondiamo in un Pub dall’aspetto gioioso e dall’interno mortifero.

Il nostro obiettivo è raggiunto, ci rilassiamo con un po’ di birre molto costose con una gradazione alcolica molto bassa, buttiamo via 15€ in una vodka Redbull senza Vodka, Marco rischia di essere pestato da un omone enorme vestito da Joker (senza apparente motivo, sia il pestaggio sia il travestimento al limite del ridicolo) imprechiamo insieme per i costi spropositati e per la mancanza di alcool nelle bevute alcoliche (c’è più gusto ad imprecare in coppia) e ci rotoliamo verso l’Avalon Hostel, gorgheggiando burritos infiammati e adocchiando posticini per una possibile pisciata che non avverrà mai, o quasi (alla faccia tua guardia Irlandese).

Torniamo all’Avalon, tentiamo di entrare nel nostro sgabuzzino senza inciampare. Inciampiamo entrambi e ci ritroviamo a ronfare con poca dignità aspettando il 28 di Ottobre e l’avvicinarsi del Web Summit. Hasta la proxima.

Filippo

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